Al nome di Dio, amen. 1388.
Sia manifesto a chi vedrà quessta iscritta che, conciosiacosaché a dì XXV di settembre 1387 Buonsigniore di Façio, operaio del'Uopara Sancte Marie di Siena, e Bindo di Bartalomeio, suo camarlengho dela detta Huopara, abino dato a ffare a Mariano d'Angniolo Romanelgli orafo, cittadino di Siena, tutte le fighure grandi e picchole entraranno overo bisogniaranno nele testiere e ttabernacogli n'aviamo date a fare i· questo dì a maestro Iacomo del maestro Franciescho del Tonghio, le quagli testiere e tabernacogli si debbono fare nel coro nuovo di Duomo con questi patti e condiçioni.
In prima che 'l detto Mariano promette di fare ad ongni sua ispesa di legniame tutte le fighure grandi e picchole bisogniaranno per le dette testiere e tabernacogli, e pagare ongni dipentura e colori e gieneralmente ogni altra cosa bisogniasse per le dette fighure, e chosì di gorgolle e tesste.
Anco siamo in questa concordia che, ffatto che ssaranno tutte le fighure che andaranno in una testiera grande e una picciola e uno tabernacolo di legniame, che allotta si chiamino per l'operaio ch'è overo sarà uno buono e suficiente maestro confidente al detto hoperaio, ed uno se ne chiami per lo detto Mariano, i quali due sieno confidenti ale dette parti. E quello che per loro sarà istimato che ssi vengha del detto lavorio fatto per lo detto Mariano, sia tenuto l'operaio ch'è overo sarà pagare al detto Mariano del detto lavorio fatto per lui, fatta la detta istima. E se chaso avenisse ch'e detti due maestri non avessero concordia dela detta stima, se lo' debbia dare uno savio e buono huomo per le dette parti e a lloro confidato: quello che per loro sarà giudicato, overo per due di loro, sia tenuto a pagare l'operaio del sopradetto lavorio.
Ancho siamo in questa concordia che, ffatto la metà del residuo dele dette fighure che restaranno a ffare dele dette testiere e tabernacogli, si stimino, e quello saranno istimate si paghino per la forma chiarita di sopra, e da questo medesimo modo detto e chiarito di sopra si stimi e paghi di quello restarà a ffare. E così si chiamino per le parti albitri e terço, e quessto medesimo modo si tengha nela stima del dipento, cioè di chiamare albitri e terço come detto è di sopra, cioè tra tre volte si stimino e paghino per l'operaio el sopradetto Mariano.
Ancho promisse el detto Mariano dare fatte e tratte a ffine a perfeçione tutte le dette fighure grandi e picchole dipente e tratte a ffine da questo dì a trenta mesi prosimi che veranno.
Ancho promisse l'operaio al detto Mariano prestare al presente, per fare el detto lavorio, fiorini trenta d'oro. E ffatte che ssaranno le fighure de· legniame che bisogniaranno per una testiera grande e una picola e uno tabernacolo, che l'operaio sia tenuto di fare al detto Mariano un'altra prestança di fiorini trenta d'oro per dare al dipengnitore.
Da qui in su e detti patti isciro d'una iscritta di mano di Bindo di Bartalomeio, camarlengho del'Uopara mio anticiessore, e qui io Domenico Venturini camarlengho l'ò rigistrata e scritta qui di sopra in propia forma.
Apresso sabbato a dì tredici di giugnio 1388 l'operaio e ssuo Consiglio ritenne uno consiglio in Duomo di maestri di sotto iscritti, di volere di maestro Iacomo del maestro Franciescho del Tonghio e di Mariano d'Angniolo Romanelgli, e ogniuno diè suo disengnio. Maestro Iacomo diè el suo disengnio in tavola e Mariano in carte, e ogniuno asengniò sue ragioni a' detti consiglieri, e amendue e detti maestri e l'operaio e suo Consiglio furo in concordia che quello disegniamento piaciesse più al detto Consiglio: ogniuno rimaneva contento s'oservasse e si seghuisse. E ' detti consiglieri feciero mettare el partito co' lupini: el disengniamento di Mariano ebbe quindici lupini senza niuno schordante, el disegniamento di maestro Iacomo ebbe uno lupino biancho e quatordici neri; siché fu diliberato la testiera e testieretta, e de' quali aviamo e disengni di mano di Mariano detto, si prese ' si faciesse secondo quel disengnio apare al mio memoriale esso consiglio a ffoglio VIIII.
Qui di sotto so' ' nomi de' consiglieri:
Maestro Neri Ranucciuoli de· legniame
Maestro Lucha di Tommè dipentore
Maestro Iacomo di Castello del vetro
Franciescho di Vannuccio dela Vaccha
Crisstofano del maestro Bindoccio dipentore
Maestro Iacomo del pellicciaio dipentore
Pietro di Bandino orafo
Maestro Martino dela pietra
Giovanni di Iacomo detto Giovanni d'Ongaria dipentore
Maestro Bertino di Piero dele graticole
Nanni del Cicchia de· legniame
Pavolo di Giovanni Fei dipentore
Maestro Lucha di Giovanni de· legniame
Giusaffa di Filippo dipentore
Apresso a dì vintotto di settembre 1388 l'operaio, cioè Buonsigniore di Façio, disse a Mariano detto che voleva che lavorasse el suo lavorio secondo el suo disengnio vento per li maestri di sopra iscritti, el quale disengnio aviamo appo noi: apare al mio memoriale a foglio trenta e ssette, come gli fu detto.
Ancho a dì vinti nove d'ottobre 1388 diliberò Buonsigniore di Façio operaio che Mariano avesse in presta trenta fiorini d'oro oltre ala prima prestança aveva auti. E così ane auti perfino a dì XIIII di novembre 1388: apare in questo libro a sua ragione a foglio 97. E quali denari, che so' sesanta fiorini d'oro infino a questo dì, come in questo libro e detto foglio appare avere elgli auti, no· gli die l'operaio co· Mariano ischontare sennò nela posciaia paga, quando arà tratto e fatto a ffine tutto el lavorio che debba fare per questa alogagione: alotta nela posciaia paga gli dia ischontare e ritenere dela somma restarà avere el detto Mariano.
Ancho a dì sette di ferraio 1388 l'operaio detto e ssuo Consiglio diliberaro si prestasse a Mariano d'Angniolo detto sopra a sesanta fiorini d'oro ane auti da questo dì adietro, come apare di sopra, anco trenta fiorini d'oro. E quando arà fatto e· lavorio de· legniame, cioè d'una testiera e d'una testeretta e d'uno tabernacolo, cioè le fighure e gorgolle e tesste e serafini, die l'operaio anco prestarli trenta fiorini d'oro per dare al dipentore: appare al mio memoriale essa diliberaçione, a foglio LXX.
Apresso a dì detto sette di ferraio 1388 l'operaio e suoi consiglieri, essendo in Duomo, diliberaro che 'l tempo di trenta mesi che Mariano doveva dar fatto el suo lavorio, come apare in questo foglio, considerando el molto lavorio grande, e no· per suo difetto, corso el tempo per bene de· lavorio, el tempo cominci a dì sette di ferraio 1388, e finischano e trenta mesi come seghuono per l'avenire.
Ancho s'intenda essere dichiarato, chonciosiacosach'errore no· possa aparire, che fighure die fare Mariano nell'altre testiere e testerette e tabernacholi, che non aviamo el disegnio sennò del'una testiera e uno tabernacolo. Sia entendasi dichiarato che nele testiere e testerette e tabernacoli, fuore del disengnio ch'aviamo nele testiere e testerette e tabernacoli, facci quelle fighure e sstorie ch'a llui parrà convenirsi, no· mutando el disengnio di fuore dale fighure che debba fare ne' medesimi ispaçii, come si mosstra per lo disengnio, e quello s'intenda sia tenuto a seghuire.
E ne' tabernacoli sieno fighure grandi, come fu diliberato per uno consiglio fatto a dì XXV di ferraio 1387 e scritto per Bindo di Bartalomeio camarlengho mio anticiesore: apare al suo memoriale a ffoglio 102. Nel quale consiglio si diliberò che ne' primi tabernacoli dele teste ' figure grandi nel'una sia sancto Pietro, nell'altra sia sancto Pavolo, e negli altri quatro tabernacoli sieno e quatro sancti di Duomo, sancto Sano, sancto Savino, sancto Vettorio, sancto Cresciençio. E l'altre figure sopra a' tabernacoli fecie Mariano quelle fighure credarà convenirsi, e così gorgolle, angnioletti e teste come credarà vi sieno melglo. E nele testerette sia dodici istoriette del Credo di meço taglio, seghuitando la forma degli spaçii dela testeretta ch'è attachata cola testiera grande. E anci, se parrà a Mariano, possa fare fighure di tarsia du' gli parrà che stia meglio, fuor dal disegnio dato, duve si vegono le figure.
Apresso sia dichiarato che, in quanto caso d'infermità fusse nela persona di Mariano, la qual cosa Idio ciessi, allora sia rimesso nel'operaio ch'è o sarà per li tempi a venire a prolonghargli el tempo come credarà comvenirsi.
Anco, s'intenda che l'operaio e chamarlengho che sso' al presente, e che per li tempi a venire saranno, sieno tenuti d'oservare e detti patti a Mariano di sopra iscritti, e pagare de' denari del'Uopara. E in quanto no· gli dessero e denari, come di sopra è dichiarato, e stime fare, come detto ene di sopra, sia tenuto l'operaio e camarlengho di prolonghalli el tempo altretanto quanto per loro difetto venisse non oservalgli e patti di sopra iscritto e in ongni parte. E così Mariano sia tenuto ad oservare come di sopra è scritto, e promette pienamente d'oservare.
Questa iscritta di sopra ò ffatta io Domenico Venturini, camarlengho del'Uopara Sancte Marie, e così questo dì Buonsigniore di Façio operaio e suoi consiglieri mi dissero iscrivessi questi pati in questo libro, come apare la loro diliberaçione al mio memoriale a foglio 80. E così fu contento esso Mariano. È scritto a dì diciotto di março 1388 e ratificato qui di sotto di mano di Mariano.
Ed io Mariano d'Agniolo Romanegli so' contento alla sopradetta iscritta di sopra e aloghagione, com'è iscritto qui di mano di Domenicho Venturini, al presente camarlengho, e così prometto pienamente d'oservare. A dì 18 di marzo anno 1388.