Anno Domini 1442, die 19 Maii.
Sia noto a ciaschuna persona che vederà la presente scripta come a dì soprascripto ser Michele di Macteo di ser Turino notaio et Piero di Giusto di Taviano spetiale da Volterra, operai dell'Opera di San Michele della ciptà di Volterra, alluogano a dipignere a maestro Priamo di maestro Piero da Siena dipintore la tavola dello altare maggiore della soprascripta chiesa di San Michele con questi pacti, modi, conditioni et observantie come di sotto saranno chiarite.
In prima è tenuto il detto maestro Priamo a tucte sua spese, rischio, pericolo et fortuna dipignere la detta tavola di quelle figure et quante seranno per li detti operai chiarite, et messe di perfetto oro fine dove acade, et d'azzurro fino oltramarino et di fini colori.
Item è tenuto il decto maestro ingessare et incollare la decta tavola, et tra due anni proximi a venire avere fornito et compiuto la detta tavola di dipinture et d'ogni altra cosa appartenente a decta dipintura.
Et perché a Volterra non s'ha notizia, se non per fama, del suo magisterio, è contento il soprascripto maestro Priamo, prima che alcuna cosa faccia su decta tavola, cioè di dipintura, fare et dipignere in tavola una o più figure a stantia di chi ne lo richiedesse, o veramente da sé, acciò che si veggha per pruova il suo magisterio.
Et è contento, et per expresso pacto vuole, che se per li decti operai et per messere Benedetto d'Antonio et ser Lodovicho di messer Piero, veduta la decta figura o figure, et a' soprascripti quattro non piacesse, et non paresse loro che il decto magisterio fusse idoneo et sufficiente alla decta tavola, che in tal caso la soprascripta allogagione di decta tavola s'intenda nulla, di nissuno valore.
Et se e decti quattro diranno o chiariranno la decta figura o figure essere idonee, et tagli che sieno sofficenti a dipignere la decta tavola, debba avere per ogni spesa occorrente intorno a decta dipintura, così d'oro come di colori, o di qualunque altra cosa che dire o nominare si potesse, quella quantità di denari che a' soprascripti quattro parrà et piacerà, rimectendosi liberamente nella loro volontà et discretione. Questo agiunto che i decti quattro non possono chiarire né giudicare per dipintura di decta tavola più di lire milledugento né meno di lire mille.
Et più sono d'accordo che nel decto pagamento il decto maestro Priamo si debba contare una casa della detta Opera posta nella contrada di Santo Agnolo, la qual fu di Niccolò Maffei et poi di Vinciguerra da Genova, per quello pregio che sarà chiarito per due huomini volterrani da eleggersi l'uno per la parte de' decti operai et l'altro per la parte del decto maestro Priamo; et il resto infino nello intero pagamento debba avere di tempo in tempo, secondo che acaderà il bisogno, et maxime per comperare oro et colori; et finita la decta tavola debba avere ogni resto restasse avere, et nientedimeno non è tenuto di rendere la decta tavola dipinta se non serà interamente pagato.
Et le predecte cose et ciascuna d'esse, et quanto che di sopra si contiene, i decti operai et il decto maestro Priamo promectono actenere, adempiere et observare, et contra quelle et ciaschuna di esse non venire, sotto pena di fiorini cento d'oro. La qual pena, la parte che non observasse et in fede non istesse, sia tenuto dare et pagare alla parte che observasse et stesse in fede.
Et per tutte le predette cose observare, e decti operai obligano tutti ciaschuni beni della decta Opera presenti et futuri, et così il decto maestro Priamo ciaschuno suo bene presente et futuro.
Et io Antonio di Michele de' Tignoselli da Volterra notaio ò facta la presente scripta di volontà delle decte parti, et però mi sono soscritto di mia propria mano, anno, mese et dì soprascritti, in presentia de' decti operai e degli infrascripti testimoni, e quali qui da piè si soscriveranno di loro propria mano.
Io Michele di Macteo di ser Turino notaio volterrano et operaio soscritto fui presente alla soscritta, anni, dì et mese soprascritta, et così promecto come di sopra è scripto.
Io Piero di Giusto di Taviano speziale et operaio soprascritto fui presente et contento osservare chome operaio oservare, anni et mese et dì soprascritti.
Io Priamo di maestro Piero da Siena so' chontento quello di supra è supra iscritto, e così prometto atendere et d'osservare, et però mi so' soscritto di mia propria mano, anno et mese et dì sopra iscritti.
Io Benedetto d'Antonio, doctore di leggio da Volterra, fui presente alla soprascritta scritta, et in fede di ciò di mia propria mano mi sono soscripto, anni medesimi et dì soprascritti.
Io Lodovico di messer Piero, notaio da Volterra, fui presente alla soprascritta scritta et in fede di ciò mi so' soscritto di mia propria mano, anni, mesi e dì soprascritti.
Qui da più saranno scripti tucti i denari si daranno a maestro Priamo:
A dì 23 di maggio 1440 anne avuto da ser Michele di Macteo et Piero di Giusto operai soprascritti per parte di pagamento di decta tavola, in più monete, in tucto lire quaranta: lire 40.