Lettera al Comune di Siena

Illustrissimi signori, signori e patroni miei osservandissimi.

Per una de' quatro di marzo e un'altra delli XVII delle vostre illustrissime signorie ho inteso el comandamento che quelle mi fanno che io non debbi in alcun modo partire di qua respetto a questi negotii, al quale come è dovere so' stato ubidientissimo e sempre mi sforzarò d'essere. Non che e· non mi dispiacci di non potere satisfare allo illustrissimo signor Sinolfo, dal quale, come già per altra mia dissi a quelle, e dipoi per un'altra, so' stato ricerco per benefitio suo che io debbi conferirmi fino a Castello Ottieri, e per conosciare sua signoria illustrissima afetionato alla patria, che tutto al fine è benefitio comune, e ancora per l'obligo che a quella tengo: pure, non contentandosene quelle, non ci farò altra reprica. E se ben so' stato negligente a rispondare alle di lor signorie illustrissime con lettere, mi sforzarò sempre con l'opare, con quella diligentia, sollecitudine, fede e amore che mi s'aspetta, far lo' risposta.
E se bene fusse accaduto che quelle havesseno havuto per qual si vogli via di me altra informatione, come per la loro posso comprendare, col dirmi che si maravigliano che si sia tanto indugiato a disegnarsi el kavaliere che guarda la rocca, a questo dico che non me ne maravigliarei respetto alli altri favori molto maggiori che ci ò havuti, non però che in quel che io conoscha sia restato da mme, ma el conosciare io non essare stato peranco necessario respetto a pochi uomini la mala qualità de' tempi e 'l mio male, qual forse è stato fatto di poco momento, le faccende e della sicurtà la rocca e di alzare el bastione con non piccola consideratione sonno stati causa che forse a qualcuno è parso che io ci sia negligente. Né però con tutto questo è restato mai che io no· habbi tirato misure intorno all'opara per terminare non tanto un kavaliere solo ma e ll'altro con tutto el resto, e di casematte corridoi drento con terrapieni, cortine e tutto ciò che fa di bisogno infino piantare termini alla porta, che da mme fu disegnata cupertissima, per far conosciare a tutto el mondo quanto quella che è stata fatta sia e disutile, e male intesa, e con grande e superchio spendio fatta, che se a mme fusse stato prestato da chi poteva più fede, ancorché l'error fusse cominciato si saria ridotto con utilità della terra e manco spesa di vostre illustrissime signorie, come adesso che gli è fatto ognun confessa, e come può far fede la magnificentia di messer Alixandro Guglielmi, che diligentissimamente ongni cosa ha esaminato e conosciuto.
È ben vero che io dissi al Fantozo commissario che io mi saria contentato in e disegni e opare mie poter dire so come è dovere, e non che altri senza inpacciarsene né manco intendarsene nonché di farle, ma di conosciarle fatte che le so' con certa hautorità, con un sì o un no, volendosi vestir de' panni d'altri dichin noi. Questo lo dico libarissimamente, che a mme par molto malagievole perché non so' uso partire mai senza contracambio l'onor con persona, né manco vorrei cominciare ora. Però con tutto questo patientemente 'n ò mancato mai a satisfare al debito mio, e se non fusse stato la fede che ò sempre tenuto e tengo nelle illustrissime signorie vostre, che come signori prudentissimi conoschino la verità, me ne sarei molto più atristato, e Dio vogli che io non avesse habandonato l'impresa, sperando che quelle ancora non m'abbino a mancare di riconosciare chi le serve con fede e amore.
Ora dico circa el cavalier disegnato come nell'altre cose, come dissi a messer Alixandro, che io sarei di parere che si facesse murato e non più bastioni, perché è drento alla terra, non può essar batuto, e con manco spesa e più commodità si farà cosa perpetua, che Dio volesse in servitio loro che così si fusse fatto in questo, come gl'era più speditivo e manco spesa, e se non manco la medesima pure le signorie vostre illustrissime son patroni e san quel che le fanno.
Ora, illustrissimi signori, circa el caso mio, vostre signorie illustrissime mi promesseno quando venni qua che oltra li 15 ducati per le spese e d'altro non sento pigliarne resolutione, e pur ce li spendo, che come sa tutto el mondo el più del tempo ci ò governo 5 e 6 boche, perché ò avuto bisogno di governo per el mio male, e dipoi m'amalò un servidore, e per non poter far di meno ne presi un altro e anco quello è amalato, tanto che tengo 2 amalati in letto e una serva, e bisognami mendicare chi mi governi el cavallo, e el vivar ci è tanto caro quanto si sia oggi in Italia. Però prego le illustrissime signorie vostre che per gratia loro non vogli mancare, oltra la consideratione, anco di resolutione, alle quali di continuo, baciando le illustrissime mani, con tutto el cuore me le raccomando, che Nostro Signore Idio sempre le feliciti.

D'Orbetello, el XXVIII di marzo del '44.
Delle vostre illustrissime signorie umilissimo servitore Anton Maria Lari

Non ò mancato andare più più volte a Portercole.
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Alli illustrissimi signori
Li signori di Balia e conservatori [...]a della Republica di Siena
Patroni miei osservandissimi