Lettera al Comune di Siena

Illustrissimi signori, signori e patroni miei osservandissimi.

Per via d'Orbetello ho ricevuto una di lor signorie illustrissime de' 20 di questo con molto piacere per la fede che quelle per gratia loro mostrano havere in me, del che non posso se non con tutto el cuore ringratiarle. Ma perché quelle mi dicano che io devi andare quanto più presto a Orbetello per dare ordine al commissario loro di quanto à da fare intorno a tal fabrica, in risposta dico a quelle che già ci so' stato più volte e ho ordenato e messo in carta e fatto mettare inn opara ai maestri quanto s'à da fare, e di tal fantasia ne fui inventore, come è cosa nota.
E, per ultimo, questa state vi andai pure per lettare di lor signorie illustrissime, e mi vi fermai certi giorni ordenando quanto mi pareva che in quella e anco in due altre stagioni si potesse fare, e informai benissimo e maestri e anco el comissario che ci aveva ' assistare, e in la propria opara disegniai la porta del soccorso over falsa, una sortita, torniere, via cuperta per quelle in luogo di contramine, finestre over feritoie all'usanza come in tutte le altre bene intese forteze s'usa, e el cordone; detti le alteze e finalmente quanto per me fu conosciuto necessario e in servitio e onor loro a pproposito, con quella fede e amore che s'aspetta a ongni buon figlio e servitor loro. Di che mi dovarei maravigliare che o in maestri o chi n'à cura non l'abbi tenuto a mente, quando io non provasse e sapesse che con la presentia mia continua apena, dico' i pratichi, se ne fan capaci.
Non so adunque come sie possibile che quelle credino, mutando a ongni stagione maestri e nuovi, che le cose loro possino andar bene. Io non dico questo per volere insegnare a quelle, perché so' più che cierto che in ogni loro ationi son prudentissime, e di gratia quelle non la piglin per questa via, ma credin pure che la sperientia m'insegna, e l'amore grande che io porto alla patria, allo illustrissimo magistrato vostro e particularmente a ciaschun di lor signorie mi stregnie a dir così. E se io fusse potente a poterlo fare, io le dico certissimo che col mio proprio, senza dare alcuna spesa al publico, v'andarei e stare'vi finché io conosciesse che vi fusse bisognio di me, come ognuno dovaria; ma io so che quelle sanno che io nol posso fare per non havere né haver chi mi dia: però in quanto potrò non mancarò mai servirle dov'io sarò.
E perché al presente sto molto occupato in questi 2 luoghi con 24 maestri muratori intorno, e anco so' in procinto di calvalcare, e ora per ora assai lontano, conosciendo non potere così ora essere là, non ò mancato mandare di nuovo el modano del cordone e ricordare al lor commessario quanto gl'avevo già detto e disegniato, e dove e come, come anco avertirlo di quanto ha da fare per non perdar tempo e utilmente in la mia assentia e fino al mio ritorno o altro aviso.
Prego ben le illustrissime signorie vostre che mi perdonino, perché per adesso m'è necessario far così per non poter fare altro. E voglin credare, perché così è 'l vero, che io so' volontaroso di servirle come, sempre che me ne sia dato occasione, lo mostrarò.
Alle quali umilmente mi raccomando, baciandole le illustrissime mani.

Di Sorano, el 26 d'ottobre del '46.
Delle vostre illustrissime signorie umilissimo servitore Antonmaria Lari