Lettera al Comune di Siena

1494. Aprille 2 infino ottobre.

Illustres ac excellentes domini uti fratres honorandi.

Havendo nui ad refare la nostra maior campana del Comune, ad lo refare dela quale cercavamo havere quanto più excellenti magistri havessemo possuti havere, ne fo posto innanti magistro Pietro Campana, vostro citadino, per sufficientissimo. Et nui, quantunqua havessemo ià qui deli altri per la fama dela campana venuti da diverse parti, nondemeno ne piacque, per la persuasione che ne era facta, expectarce magistro Pietro, dandone ancora desasio ad li altri magistri per expectar lui, tirati ancora dala affectione dela cità sua. Venuto, lo audemmo et recepemmo volunteri ad lo arteficio dela campana, repulsando tucti li altri, confidandone principalmente in lo scrivere che ne ferno le vostre excellenti signorie in sua commendatione, che quillo era lo primo fundamento dela fede nostra in ipso, et depoi in le sue largissime offerte, como ancora le tenemo de sua mano tucte da nui acceptate.
Havendo ad comenzare el lavoro, fo satisfacto de commodità de stantia et de quanto altro li bisognava, et nonobstante che la soa obligatione fosse de farla ad tucte soe spese con alcuno reservo etc., li havemo facto sopplire de alcune decine de ducati, portandone con lui con ogni amorevel demonstratione in parole et in facti. Et essendo al colar dela campana, perché el fundere del metallo in la fornace depo' el gran foco et longo tempo non se facea, del che lui restava attonito et totalmente abandonato in sé medesmo, de suo consentimento et voluntà, perché el nostro metallo non se perdesse et lui alfine ne restasse con honore et contenteza, ce convocammo certi altri magistri franciosi che erano arrivati qui. Et refacta la fornace, et postace questi la sua grandissima fatiga inseme con nui altri, che mai mancammo ad favorir l'opera et confortare magistro Pietro, alfine con questa sollicitudine et industria la campana fo colata con tale bono descendere del metallo che fino ad quel punto ne restavamo con bona speranza.
Depo' alcuni iorni, secundo lu ordine de magistro Pietro, scoperta, cavata fora et suspesa sopra dela fossa et extersa la campana, quantunqua paresse assai minore dela misura et del peso, como se vedi, nondemeno se ne aspectava sentire el sono; et così, appiccato el martello, fo toccata la campana: et perché non parea che per la qualità del martello et del loco potesse monstrare el sono suo, quantunqua ancora non dovesse piacere né de quantità né de forma secundo el desiderio et ordine dela cità et secundo la obligatione de magistro Pietro, pure ad sua requesta et contenteza fo tirata per appenderla ad la torre, et reducto el martello dela nostra prima campana al designo de magistro Pietro.
Et così, tirata la campana et suspesa in la torre secundo il desiderio suo, ne parse, per l'altro che restava ad farse, portarce con lui con bona cautela dove venea ancora lu interesso suo. Et così, concorditer ordinando, como ancora se contenea in li capitoli da lui ad nui dati, che al iudicio dela campana per tucte le parti et qualitati sue se elegesseno quattro homini boni et experti, lui in quel punto, con demonstratione de molto lieto animo, se elesse el nostro spectabile citadino Pascal de Sanctuccio, homo da bene, el quale né per sé medesmo né per la communità non haveria declinato dala iustitia né dala honestà.
Et ià nui erevamo de anime de portarne humanissimamente et liberalmente con magistro Pietro con tucto el male servimento suo, perché la campana né de sono né de forma né de quantità né de peso non have la convenientia ad la quale se era obligato, facta la supradicta electione, senza essere stato più veduto da nui abscosamente se è partito de qui et andatosene via: del che ne siamo multo maravegliati et doluti, non havendo havuto reguardo far tanto mancamento ad sé medesmo, che ad nui se sforzava monstrare essere homo da bene et de reputatione ad casa sua, né far mancamento ad quessa inclita cità dala quale era stato apo nui commendato, et anco ad nui et ad la nostra cità, che havendoce così delusi nol reputamo per poco.
Lassamo stare el danno che sentemo dela opera sua, advisando le vostre illustrissime signorie che, de circa vintuno migliara de metallo che li fo assignato per la campana, appena più de dudici ce ne have facto andare. Havemone voluto donare ad quelle adviso ad ciò che intendano la iustitia nostra et como siamo stati tractati da magistro Pietro loro citadino, ad ciò che, facendo lui altra informatione per excusa sua, intendano questa essere la veritate.
Con questo le pregamo vogliano far tornare qui magistro Pietro ad intendere el facto suo con nui in lu iudicio che se have ad fare dela campana, che non li serrà facto torto de un pelo, ma più presto bono et piacevole portamento per respecto de quessa inclita cità, et non dubite de cosa alcuna. Et perhò nui lu assecuramo che possi liberamente venire, stare et retornarsene in dereto per tenere dele presenti, che per uno mese da incomensarse ad quisto dì volemo che habiano vigore de ogni amplissimo salvoconducto.
Altramente, depo' el decto termene ne excusamo che usaremo la nostra iustitia con ogni acto necessario ad la nostra satisfatione contra de lui, quale, quando havesse voluto fare quel che have facto, l'havesse almeno facto prima che n' ce havesse facta fare tanta expesa in tirare la campana et suspenderla, che ià lui, essendo bon magistro como se faceva, se debe bene accorgere del'opera sua quale era et quanto havea ben sopplito ad la obligatione et offerta da lui medesimo facta, ad la quale fo liberamente condesceso et non replicatoce in cosa alcuna.
Le vostre excellenti signorie intendono como la cosa sia passata: le pregamo vogliano fare in questo con nui da boni amici, como ne havemo persuaso che farrando etiam per honor loro. Al piacere de' quali ne offeremo paratissimi in ogni cosa.
Optantens eas felicissimas esse.

Aquile, die XXVIII mensis Aprilis anno Domini MCCCCLXXXXIIII.
Camerarius et Quinque Artium civitatis Aquile
_____________

Illustribus ac excellentibus dominis prioribus gubernatoribus Communis
et capitaneo populi civitatis Senarum uti fratribus honorandis etc.