Illustres ac excellentes domini uti fratres honorandi salutem.
Havemo recepute lectere da vostre signorie deli XVIIII del passato responsive ad le nostre circa al facto de maistro Pietro lor citadino et, intese bene le parti de epse, responderemo ad tucte le più necessarie.
Et primo, meravegliandoce che maistro Pietro se sia meravegliato del scrivere nostro, dicendo non aspectare tal pagamento dela opera sua, quale asserisce essere perfectissima, che se lui tenea essere così ne possea aspectare bono pagamento secundo li era promesso: ma non have conresposto ad questo lo esserse partito insalutato hospite como ha facto. In questo cognoscono le signorie vostre quanto dica el vero quanto ad questa parte.
Et quando lui dica esserese partito con lu bollectino de' nostri processori, como se scrive che lui monstra, ne maravegliamo: benché porria essere talvolta per questa via che, temendo nui grandissima cura per evitar la peste, ogni giorno se fanno in quisto loco centinara et centinara de bollectini per la molta confluentia dele persone che parteno et che hanno ad intrare, como lui sa bene, volendo dire el vero, et così potria essere che in frecta, con li altri bollectini, fosse messo el sou per altre mano che per sue ad fine de gabare, como ha facto, quando sia vero che habia tal bollectino, perbenché se pò apertamente iudicare haver più presto gabato sé medesmo, che havendo facta l'opera perfecta, como dice, non dovea partirse ma aspectare el pagamento.
Et perché sappiano le signorie vostre quanto el bollectino sia andato in fraude, el camborlingo che era ad quel tempo in quisto magistrato, ad le mani del quale sonno li nostri minori segilli, dice expressamente non haver saputo de tal bollectino, che, se questo fosse facto per lui, non se serria mosso al tempo suo el scrivere dele lectere mandate ad le signorie vostre.
Quanto ad la parte che dice havere facta la campana secundo lu ordine et mesura che li era data, questo è min vero, perché li fo facto intendere et monstratoli che la campana devesse essere ad minus de XV in XVI migliara; et ad tal peso lui se obligò farla, como appare per scripta de soe mano, dove se contene el tucto, como vederando le signorie vostre per la copia che ne li mandamo. Et perché quelle possano meglio credere al dicere nostro et confundere el suo, li fo consignato migliara XXI vel circa de metallo, como lui medesmo se seppe domandare, et fo facto de bona voglia ad ciò ne havesse superabundantia, perché la campana venesse securamente in dicto peso. Da questo possono iudicare le signorie vostre che, havendola lui facta de dudeci migliara et non più, quando così fosse stata la intentione dela nostra communità, se li fosse data tanta adionta de metallo come li fo dato. Et tucto questo se pò chiaramente monstrare al qualunca lo vorrà intendere et vedere.
Et che lui dica che in la torre non capea maior campana che como lui la have facta, questo quanto sia vero se vede apertamente et vorremo che 'l potessero vedere le signorie vostre ad ciò intendesseno che fede merita darse ad maistro Pietro in quel che dice, perché da ogni banda, dentro dicta torre, ad la tromba dela campana intorno, è spatio poco meno de una spanda, et dal principio de tucto li fo data la mesura.
Quanto ad quel che dice che 'l metallo li bisognò affinare per el colar dela campana, se responde come per le altre è facto intendere ad le signorie vostre, che de tale affinare et colare ne fo sì bon maistro che, se non fusseno arrivati qui certi franciosi, maistri da far campane, quali indirizandolo, admagistrandolo como dovesse fare, facendoli tornare lu animo che havea al tucto perduto, così el favorerno: mai per lui se ne haveria havuto honore. Et lo metallo serria restato tucto in una massa da non posserse usare mai più, como del tucto è bene informato un sou fratello cusino ciamato frate Hieronymo, delu ordine de Monte Oliveto, quale allora era priore in quisto nostro convento de Sancta Maria delu Soccorso, che dì et nocte li era appresso ad favorirlo. Et ià siamo damnificati tra el calo et lo perdito de circa libre dui milia de metallo per soa colpa et mal governo, che secundo li pacti porrecti de soa mano tucto è obligato satisfare; li quali pacti lui medesimo ce li pose innanti da lui medesmo formati, et da nui acceptati senza replicare una parola.
Ad la parte che lui dice che in testimonio che la campana sia venuta perfecta ce sonno più lectere da queste bande in commendatione dela opera sua da homini de probità et virtù, dicemo questo non essere vero né potere essere che homini de tal virtù havesseno scripta tanta bosia, ma credemo bene siano lectere falsificate, possendose fare paragone, como se offere et como se pò ciaramente audire, vedere et iudicare da ogni persona tale opera essere al tucto imperfecta, che quando perfecta fosse stata era più honore et più cautela ad maistro Pietro portarne dala communità lectere de commendatione et ben servito, como etiam in minor cosa usano li homini da bene, et non refidarse in lectere de particulari né in uno vile bollectino testificativo del bono aere, como lui dice haver portato. Al che solo, senza tucte le altre rasiuni, possono intendere le signorie vostre quanto maistro Pietro habia facta bona opera quanto sia partuto de qui con licentia et con sou honore.
Circa ad la parte qual dice che depo' el sonar dela campana forno pagati denari per quisto loco, trovamo essere el vero in quisto modo: che non trovando lui credito in legna, carbone, terra et altre cose che li bisognavano et in operarii che lu haveano ad adiutare, la nostra Camera promise el pagamento, sperando che la opera venesse perfecta como se desiderava; et trovandose la nostra Camera haver così promesso, ben sanno le signorie vostre che ad epsa bisognò pagare per farse honore. Et quelle devono credere che, quando ad maistro Pietro havessemo sentito essere denari addosso, li haveremo facti pagare ad lui como debitamente se requedeva.
Hora, concludendo el dire nostro, dicemo che, parendo ad lui essere resoluto de havere adimplite tucte conditiuni de' capitoli facti con nui, offere dare securtà in Roma etc., questo non ne pare necessario, ma che le signorie vostre lo strengano ad venire, como ne par che sia honestissimo et anco lor debito mandarlo ad intendere quel have da fare con noi. El che inteso, se poterà liberamente tornare, overo mande uno con plino mandato in termene de dece dipoi lo recipere de la presente, et perhò mandamo el presente nostro correri per non tardar più ad cavare le mano de questa cosa: che quando in dicto tempo non venesse l'uno o l'altro, deliberamo fare rompere questa soa campana per farne una bona, como è stato qua innanti et è el desiderio dela cità; et tucto el danno et interesse receputo per el passato per el defecto de maistro Pietro et che sequisse per lo advenire intendemo vada sopre de lui, et da lui valercene como meglio se poterà: persuadendone perhò et rendendone certissimi che da vostre signorie sempre ne serrà administrata bona iustitia, et vivamente contra de lui, parendone che così debiano fare non tanto per l'amicitia nostra, quale non lassarando violare per causa de maistro Pietro, che così le pregamo, quanto etiam per honor loro, per lectere dele quali fo receputo ad tal lavoro, ad lo honor dele quali, como vedono et intendono, maistro Pietro non have havuto alcun reguardo.
Quelle pregamo li piaccia far sì che se satisfaccia ad questa cosa senza altra dilatione, como requede la amicitia nostra et lu honore de quella inclita cità, et non aspectare che da noi se habia sopra de ciò ad scriver più.
Quando pure magistro Pietro se desse ad intendere et se trovasse che nui li fossemo debitori per questa opera, le signorie vostre li siano pregio per noi che semo certi ne hando tanta fé che el fando volonteri.
Bene valeant.
Aquile, die XI Iunii MCCCCLXXXXIIII.
Camerarius et Quinque Artium civitatis Aquile etc.
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Illustribus ac excellentibus dominis prioribus gubernatoribus Communis
et capitaneo populi civitatis Senensis uti fratribus honorandis etc.